Ebook in Adozione: “La Strage dei 7”, un horror geo-localizzato

La strage dei 7 in copertina

E’ curioso, anche un tantino inquietante, che proprio in questo periodo di ponti festivi e scampagnate arrivi “La Stage dei 7” per l’Ebook in Adozione.
Il romanzo breve di Chiara Gentili, alias Angelicah Writer, vede appunto un gruppo di sette amici prendere in affitto una villa per una breve vacanza ad Assergi, un borgo di seicento anime nelle vicinanze dell’Aquila. Come in ogni horror che si rispetti, non sanno ancora quello che li attende.
Non ho intenzione di fare spoiler, vi dico solo informatevi bene la prossima volta che rispondete a un annuncio.

annuncio fake la strage dei 7

Sinossi
È il 1999, sette amici, che si erano persi di vista, si sono ritrovati dopo tanto tempo, decidono di partire per un fine settimana all’insegna del divertimento. Ad aspettarli una strana padrona di casa, che nasconde un terribile segreto. È l’inizio di un incubo per i ragazzi, che non faranno mai ritorno a casa.
Nel 2015 Frank Allen, un ricco americano di successo, acquista quella casa, ignaro dei fatti accaduti quindici anni prima. Sarà proprio lui a scoprire quale segreto nascondeva la padrona di casa e la sua implacabile sete di vendetta…

Sono moltissimi i riferimenti ai grandi del genere, come Psycho o L’Esorcista – non manca un tributo anche ad Agatha Christie, di cui l’autrice è molto appassionata – eppure la storia si armonizza perfettamente con il paesaggio abruzzese in cui è ambientata. Chi è di quelle parti potrà, ad esempio, facilmente riconoscere la trattoria Fore Le Mura dove l’ex maresciallo dei Carabinieri Cesidio Poretti confesserà all’americano: “In cinquant’anni di servizio nell’arma dei carabinieri, non ho mai visto tanto orrore, come quello che vidi a casa Ianni nel febbraio del duemila”.

Estratto

La strage dei 7 in copertina

Mangiarono davanti al fuoco, seduti al divano, il tavolo della cucina era troppo piccolo perché ci stessero tutti, tra le chiacchiere e le risate il pomeriggio volò in fretta, alle sei di sera decisero di prepararsi per uscire, Assergi era un piccolo paese medioevale, ma valeva la pena di visitarlo.
La serata passò serena, Cristina riuscì a rilassarsi grazie all’aiuto di Vanessa, rientrarono all’appartamento che era passata la mezzanotte, erano tutti molto stanchi, il camino si era spento e la casa era di nuovo dannatamente fredda.
Decisero di andare tutti nei loro rispettivi letti e infilarsi sotto le coperte per cercare di scaldarsi. Guido, invece, aveva ancora voglia di fumare l’ultima sigaretta prima di andare a dormire.
«Mi fai compagnia?» chiese a Francesca.
«No amore, fa troppo freddo, vado a scaldare il letto, ti aspetto di là» gli rispose lei.
La ragazza gli diede un bacio affettuoso sulle labbra e si diresse verso la stanza.

Guido, da quando era rientrato in casa, non si era nemmeno tolto il piumino, si tirò su il cappuccio per proteggere dal freddo la sua testa calva, e uscì dalla porta finestra sulla corte esterna a fumare.
Il giardino non era illuminato, la poca luce arrivava da un lampione che si trovava sulla strada, non c’erano sedute, c’era solo la legna accatastata in un angolo alla rinfusa, Guido era scocciato, era costretto a fumare in piedi. Aveva le dita delle mani congelate, ma riuscì lo stesso a usare l’accendino e ad accendere la sigaretta, la prima boccata di fumo fu quella più gratificante, le altre le aspirò in fretta, un po’ per il freddo, un po’ perché la sua attenzione era tutta rivolta a una strana figura che si trovava in piedi davanti alla porta della cantina.
Guido pensò che dovesse essere Mara Ianni, il ragazzo era quasi certo che a quell’ora tarda potesse essere solo la padrona di casa, che era scesa in cantina a prendere una bottiglia di vino. Strizzò gli occhi per vedere meglio, era molto buio e la sua vista non era buona.
«C’è qualcuno?» chiese a voce alta.
La figura dall’altra parte del cortile non rispose. «Signora, è lei?»
Ancora nessuna risposta.
Guido gettò la sigaretta a terra, era rimasto solo il filtro, la spense schiacciandola con la punta del piede, poi, un passo alla volta, si avvicinò alla donna, man mano che camminava si accorse che sulla soglia non c’era nessuno, a quel punto pensò di aver visto male, ma poi si accorse che la porta della cantina era socchiusa.
Dentro era quasi completamente buio, anche lo scantinato godeva della poca illuminazione del lampione sulla strada, si avvertiva un forte odore di aceto, che si mischiava con quello di muffa, stranamente a Guido quella miscela di odori non dava fastidio, anzi gli piaceva, lo portava indietro con i ricordi, alla cantina di suo nonno in campagna.

Si avvicinò a una delle grosse botti, non vide lo scalino e inciampò, ma riuscì a mantenere l’equilibrio e a non cadere a terra. Le botti erano state messe su un piano rialzato e Guido nel buio non se n’era accorto. Bussò sopra la botte che gli stava più vicina per sentire se per caso poteva essere rimasto ancora del vino all’interno, il suono che ne provenne era quello di un recipiente vuoto.
D’un tratto si sentì afferrare la caviglia della gamba sinistra da una stretta gelida, si chinò per vedere cosa fosse, erano due mani, avevano dita lunghe e secche.
«Lasciami!» gridò.
Per riuscire a liberarsi, scrollò con violenza il piede, ma niente, le due mani bianche non mollavano la presa, Guido si stava facendo prendere dal panico, sentiva il piede sempre più bloccato, sembrava che fosse trattenuto nella morsa di una tenaglia, la caviglia stava iniziando a fargli male.
Ebbe paura.
«Aiuto!» gridò più forte.
I ragazzi erano tutti in casa nei loro letti e non potevano sentirlo.

“La Strage dei 7” è disponibile su PubMe e Amazon, sia in formato ebook che cartaceo. Per saperne di più Angelicah.com

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