Ebook in Adozione: “Primo”, una promessa mantenuta

I consigli su come autopubblicarsi con successo ormai si sprecano, ma improntati spesso al “fare business”, mi rendo conto che trascurano una delle basilari e più semplici motivazioni che spingono gli aspiranti scrittori su questo percorso. Ovvero, la soddisfazione personale, il compiacimento di aggiungere una spunta alla lunga lista delle cose che ci si era ripromessi di fare nella vita. E non c’è nulla da biasimare, soprattutto quando il destino prende strade differenti da quelle immaginate. Proprio come è accaduto all’autore che vi presento oggi per l’iniziativa Ebook in Adozione del mese: si chiama Angelo Marinucci, è un medico di famiglia tra le montagne della provincia dell’Aquila; da sempre appassionato lettore dei generi fantasy e fantascienza, con il suo romanzo d’esordio, che ha scelto di intitolare appunto Primo, ha mantenuto una promessa fatta a se stesso sin dall’infanzia.

“Ho sempre pensato di scrivere un libro, ma il desiderio variava in funzione degli anni e delle priorità da soddisfare. Ora mi sono sentito pronto a tenere fede alla promessa fatta a me stesso. Nonostante l’età avanzi, penso di avere il privilegio di conservare in vita il bambino che restava sveglio perché i genitori gli consentivano di vedere alla TV (a due soli canali, come era negli anni Sessanta) “Ultimatum alla Terra”, nella sua prima versione, oppure “Viaggio al centro della Terra” con James Mason protagonista.

Ho avuto sempre la capacità di calarmi nei film che vedevo come se entrassi nel tessuto della vicenda e non fossi di fronte ad un video. Questo accade ancora oggi, e scrivendo Primo ho cercato, negli stessi capitoli, di cambiare la scena per mostrare cosa si stesse svolgendo in più luoghi, come accade spesso nei lungometraggi. Per questo il romanzo penso possa essere gradito a chi, come me, concepisce il libro come un film da vedere con gli occhi della fantasia.

In particolare il genere fantastico e fantascientifico sono sempre stati la mia passione, perché consentono al lato creativo che possiedo di entrare in risonanza con le mie conoscenze mediche. Per la trama di Primo ho attinto maggiormente ad una branca oggi in piena evoluzione: la genetica. Anche qui, come in un romanzo di Bradbury (tra i grandi scrittori che prediligo) la visione sognante spesso si trasforma metaforicamente in denuncia delle deviazioni e degli estremismi che si sviluppano nella società moderna.!

Primo – Sinossi
Primo II Send - Guide Self Publishing e scrittura online | Storia Continua Anno 2435. La Terra è ormai compromessa e invivibile a causa degli impianti industriali che ne ammorbano l’atmosfera. L’unica speranza di sopravvivenza per il genere umano è la colonizzazione di altri pianeti grazie al Timesio, un minerale capace di creare tunnel gravitazionali che permettono alle astronavi di viaggiare per lo spazio anche tra distanze immense. Il genetista Mathias Nagozy e l’archeologa Suzanne Fergusson verranno arruolati dal potente, quanto crudele, prof. Igor Ardenosky nell’equipe scientifica che avrà il compito di esplorare Primo, il pianeta su cui si trovano i più ampi giacimenti. Ma cosa ci fanno due giovanissimi ricercatori, per quanto talentuosi, coinvolti in una missione su cui aleggia l’ombra della Corporazione, la società che riunisce le lobby finanziarie che detengono il controllo interplanetario? La risposta sembra trovarsi appena al di là della barriera elettromagnetica che avvolge e protegge Primo, lì dove da 5 anni ormai, con cadenza annuale, sempre nello stesso giorno, fa la sua fugace apparizione un alieno che nasconde le sue sembianze sotto un ampio mantello con cappuccio. Da dietro la cortina rossa che lo avvolge il Primiano scruta i volti di coloro che tentano di stabilire un contatto con lui; nessuno suscita il suo interesse, almeno non fino all’arrivo della nuova spedizione.

Estratto

Mathias, immerso nei suoi pensieri, seguiva con sguardo affascinato il panorama della superficie del pianeta che si rendeva sempre più distinto al discendere della navetta.

Dopo aver attraversato un fitto strato di nubi, il mezzo volante individuò la base costruita nell’emisfero settentrionale, su di una collina circondata dalla foresta. Gli occhi di Mathias si soffermarono sul rigoglioso manto verde, interrotto solo dai numerosi corsi d’acqua e dai laghi che abbondanti caratterizzavano il paesaggio. Osservando da uno degli oblò, quando la navetta fu abbastanza vicina a terra, poté notare un piccolo gruppo di uomini che attendevano sulla pista di atterraggio. Sapeva che la base era stata costruita con i finanziamenti della Corporazione, titolare di un potere economico e politico immenso; questa era interessata allo sfruttamento di eventuali giacimenti di risorse preziose o energetiche, compresi quelli del Timesio. Ecco allora che la Corporazione, dopo una generosa elargizione al CSC, aveva organizzato una spedizione con il fine ufficiale di comprendere qualcosa del misterioso nativo, ma con l’obiettivo reale di ottenere informazioni sull’ubicazione dei luoghi più utili da sfruttare e di come superare o neutralizzare le interferenze.

Mentre Mathias considerava tutto questo, la navetta toccò terra. Spenti i motori ionici, il portellone d’uscita automaticamente scorse di lato e una scaletta emerse dallo scafo, consentendo ai passeggeri di scendere. Il gruppo in attesa si avvicinò, guidato da un uomo alto e robusto. L’aria era fresca e pulita, Mathias lasciò che gli riempisse i polmoni come un flusso vitale che solo i suoi avi avevano potuto apprezzare secoli prima sulla Terra, così gradito dopo il tempo trascorso nello spazio. Gli parve che pervadesse anche l’animo portando con sé un senso di infantile eccitazione. Si sentiva parte di un’avventura fantastica che poteva svelare le origini e la natura della prima civiltà extraterrestre mai incontrata. Ma poi, il pensiero tornò alla Corporazione. Quanto avrebbe interferito nel loro lavoro? Quale era il margine di manovra che avrebbero avuto nella loro ricerca, prima che gli interessi economici prendessero il sopravvento? Quest’ultima domanda rimase come un’ombra, che fugava parte dell’iniziale entusiasmo, mentre scendeva a terra.

Buona lettura!

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Una risposta

  1. Il mio Grande Dottore mi entusiasma sempre di più. Una persona davvero eclettica e semplice contemporaneamente. In bocca al lupo e complimenti per l ennesima sfida.

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