Acqua bene pubblico: un racconto dei WuMing

Tratto da In mezzo alla polla sguazzava un pesce rosso

Guardò le bottiglie d’acqua: sarebbero bastate per una settimana.

Quel che mancava era l’acqua per le altre cose. Per lavarsi, per lavare i panni. Per cucinare roba non fritta, non unta. Per lavare le pentole dopo che avevi cucinato. Se ti lavavi, addio acqua per fare la pasta.
Occorreva fare delle scelte.

A Winston non piaceva andare ai bagni pubblici. Ognuno aveva una tessera che consentiva otto ingressi al mese. Otto docce al mese, per i poveri: in quel periodo dell’anno, con il caldo e l’umidità vicina al 90%, non bastava di certo.

Winston odiava sentirsi sporco, tendeva a lavarsi più del dovuto. Così addio pasta, addio verdura cotta, addio zuppe liofilizzate, che arrivavano anch’esse, beffarde, con le razioni D. Per farle, ci voleva l’acqua.

Winston campava di würstel, tonno, pane dell’esercito tedesco fabbricato anni prima, lattine su lattine di bevanda al caffè.

L’acqua da bere era il vero problema. Era razionata, in quasi tutte le case del quartiere. Era costosa, come luce e gas. Quasi nessuno, in quel quartiere prossimo alla collina, poteva pagare acqua luce e gas. Chi poteva sceglieva l’acqua, e Winston non era tra i fortunati.

[ad#Google Adsense-2]

Gli accordi tra fornitori e pubblica amministrazione prevedevano due ore al giorno di elettricità sociale a tutti, e distribuzione di acqua due volte la settimana. Ma la maggior parte del tempo, gli interruttori non servivano a nulla, gli elettrodomestici dormivano inutili.

In molti avevano incominciato a disfarsene. Gli apparecchi ancora decenti venivano veduti per pochi soldi. Gli altri, frigoriferi e lavatrici soprattutto, arrugginivano al sole, per strada. Le lavatrici aprivano il loro occhio attonito, e i frigoriferi non erano che cassoni vuoti. Ogni tanto un camion militare passava a tirarli su.

Winston ricordava bene com’era prima della Svolta: in fondo non era passato tanto tempo. Per molti versi, la sua condizione attuale gli ricordava le estati dell’infanzia: ore e ore, giorni e giorni senza niente di preciso da fare. Ogni tanto, arriva qualcuno e si occupa di te.

Pensi che possa essere utile a un amico? Condividi!

2 risposte

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti anche:

Unisciti agli Scrittori dell'Era Digitale

eBook & Media Kit

Scopri i segreti per lanciarti alla grande con il tuo libro online, 25 pagine e schemi da usare subito per:

  • prepararti a pubblicare al meglio
  • trovare i tuoi lettori sul Web
  • ottenere attenzione e recensioni