“Alice senza niente” com’è stato possibile?

Del successo dell’ebook di Pietro De Viola ne abbiamo già trattato qui, soffermandoci soprattutto sulle opportunità che la Rete offre ai giovani creativi. Ma negli ultimi mesi “Alice senza niente”, storia di precaria vita quotidiana, si è trasformato in un vero e proprio caso mediatico, ripreso anche dai blog d’oltreoceano. E’, quindi, ormai chiaro che dietro questo “boom” si nasconde qualcosa di più di un bel racconto di attualità.

Abbiamo chiesto a Pietro De Viola di spiegarci in cosa consiste questo “quid” che in molti ricercano, ma troppo spesso faticano a trovare.

Dunque: laureato, 30 anni, senza alcuna ragguardevole prospettiva per arrivare ai 40 in tranquillità, aspirante operaio non qualificato. Possibile che una soluzione non ci sia? Ma non eravamo noi di Scienze Politiche gli ingegneri della società, quelli che dovevano trovare le risposte agli interrogativi più complessi, grazie anche alla forma mentis acquisita durante lo studio multidisciplinare?
Sono questi, più o meno, i ragionamenti che mi accompagnavano alcuni mesi fa, all’inizio della mia esperienza come autore e web marketer del romanzo Alice senza niente.

Ciò che avevo innanzi non era per nulla esaltante, ad essere sinceri. Un contratto come operatore fiscale ormai scaduto, qualche amico cui dare lezioni di economia, una connessione ad internet con solo 50 ore di traffico mensile. Quello che invece mi entusiasmava, e ancor di più lo avrebbe fatto con il passare delle settimane, era ciò che ero convinto di saper fare: creare un sito internet non troppo elaborato, elaborare una buona campagna pubblicitaria e… scrivere. Su quest’ultimo punto dubbio non ne avevo alcuno. “Io so scrivere” mi dicevo, probabilmente per cercare di convincermene davvero. Il problema più serio però rimaneva quello di persuadere della stessa cosa i miei potenziali lettori.

Scrivere un libro, nel mio caso una storia che parlasse della situazione di milioni di giovani donne e uomini nell’Italia del lavoro che non c’è, dei loro pensieri nascosti, delle loro speranze troppo spesso deluse, delle loro paure quotidiane, non bastava.
Tra le cose che meno mi esaltavano c’era quella di cominciare una lunga trafila fatta di: spedizioni del manoscritto alle case editrici, rifiuti e dinieghi, attese, proposte di pubblicazione a pagamento. No, la mia strada non sarebbe stata quella.
Bisognava guardare ad altri, ben più incoraggianti, esempi.

Sapevo per certo che “bastava” in qualche modo arrivare primi in qualcosa e il pubblico avrebbe gradito. Prendere un romanzo che si è scritto e, per arrivare al grande pubblico, costruire una strada che al pubblico mi porti, pensavo. Adoperare le conoscenze acquisite negli anni dell’università e sfruttarla realmente, almeno per una volta, questa benedetta laurea. Rudimenti di marketing: “Il segreto sta innanzitutto nella pianificazione”. E allora comincio a studiare e ad elaborare un mio progetto, una strategia complessa, un piano integrato che mi porti, nell’arco di tre mesi al massimo, sulle pagine dei giornali. A costo zero.

Apro un blog, annuncio che si parlerà del libro in uscita e nulla più. I curiosi, quelli che presto diverranno i miei amici curiosi, arrivano subito. La rete si chiede: ma chi è che scrive? E, soprattutto, cos’è questa storia di Alice senza niente?
E’, o meglio sarà, un libro.
Gratis, in rete, per tutti, non sarà certo il prezzo di copertina e rendermi benestante.
Dal blog a Facebook il passo è breve, e da qui a Twitter o FriendFeed perfino immediato. Giro dei booktrailer con una macchinetta digitale da due soldi, ovviamente in prestito, poi passo al montaggio ed in mezz’ora è già tutto su Youtube.
Nemmeno i video svelano granché, e la curiosità del web cresce, se possibile, ancora di più.

L’obiettivo principale della mia strategia iniziale, fare cioè del rilascio del libro online un evento atteso dalla rete, è raggiunto. Bisognerà aspettare la data prevista per l’uscita, lo scorso 28 ottobre, per vedere sino a che punto il tutto avrà funzionato. E il giorno atteso arriva, insieme alla certezza che ogni cosa è andata come doveva: le prime 24 ore regalano quasi 1000 download dal sito ufficiale. Il giorno successivo si raggiunge quota 5000. Ne parlano sui forum, ne parla la stampa su siti e giornali. Le email arrivano a centinaia, da tutto il Mondo. Sono lettere piene di consigli, suggerimenti, ipotesi di sviluppi futuri. So per certo che una coppia di italiani a Londra, dopo aver letto Alice senza niente, ha realizzato un poster dalla copertina del libro e l’ha affisso in camera.

E adesso? A poco più di due mesi dall’uscita i lettori stanno raggiungendo il numero di 20mila. Quasi mi viene difficile scriverlo. Molti sono entusiasti, non solo per la tematica affrontata, quanto piuttosto per lo stile e la mia capacità (dicono) di costruire un romanzo che sia, appunto anche a livello stilistico, specchio dei “senza niente”. Un romanzo privo di catarsi, una storia nella quale mutino d’improvviso i piani della narrazione, lasciando il lettore sospeso come sospesi sono i protagonisti.
E’ finalmente partito il tanto agognato passaparola. Non è più necessario un articolo di giornale, adesso sono i lettori che lo consigliano agli amici, ai parenti, agli sconosciuti nei forum. Molti amici del settore marketing mi chiamano chiedendo: ma come hai fatto?
Io un paio di idee ce le ho, chi crede le ritenga dei miei personalissimi consigli.
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Prima: il valore del libro. Siete senza editore, dovrete essere inattaccabili. Il romanzo dovrà essere bello. Non c’è altra espressione da usare, chi legge, anche se lo fa gratis, dovrebbe aver voglia di pagarvi per quello che avete scritto.

Seconda: la parte creativa deve necessariamente affiancarsi ad una accorta strategia di comunicazione. Questa potrete ricalcarla da Alice senza niente e da altri casi simili, ma sarete costretti ad offrire qualcosa in più, un qualcosa che non è stato prima pensato.

E’ tutto difficile, faticoso, complicato, ma divulgare una vostra opera letteraria vi regalerà sensazioni che non conoscevate.

Pietro De Viola

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