Saviano e le regole della non-fiction creativa

Avrete sicuramente letto delle accuse di plagio mosse da Michael Moynihan, giornalista del The DailyBeast, a Roberto Saviano per “ZeroZeroZero”. Lo scrittore difende il suo ultimo libro annoverandolo tra le opere di non-fiction creativa, sullo stile di “A sangue Freddo” di Truman Capote.

Secondo la definizione che ne da Wikipedia, la saggistica creativa è un genere di scrittura che utilizza stili e tecniche letterarie per narrare fatti reali. Sebbene, ad esempio, “Walden” di Henry David Thoreau venga considerato un classico del genere, sul sito viene specificato che la creative non-fiction è ancora relativamente giovane, si sta appena iniziando a farne un’analisi critica e il dibattito sui limiti dell’invenzione crativa è ancora tutto in divenire.

Melanie McGrath scrive che i fatti noti delle sue storie sono la tela su cui lei ha ricamato scene ed eventi. Questi, vengono ricostruiti in un modo che riflette l’essenza dell’evento così come è stato vissuto nelle menti e nei cuori di protagonisti. “A mio avviso questo armeggiare letterario non altera la più profonda verità della storia”.

L’apparente confusione nasce dal fatto è che all’interno del genere si possono includere diverse forme di narrazione: dalle biografie, alle memorie, ai diari, i racconti di viaggio, giornalismo e cronaca.

Da questo elenco si può constatare:
categories-of-nonfiction-creative-nonfiction-lesson-2-3-728 1) che l’unica vera distinzione può essere fatta tra il racconto di fatti personali e quelli invece di pubblico interesse; i primi riguardano lo scrittore e nessun altro, i secondi hanno ripercussioni ad un livello più profondo e universale, poiché attraverso il racconto di eventi specifici si intende raccontare la storia di una società intera.

2) Se state scrivendo un blog personale, allora, state scrivendo creative non-fiction e ahimè incombe su di voi una grande responsabilità.

Quindi, senza voler per questo giudicare l’ultimo libro di Saviano, vi può tornare utile attenervi ad alcune regole di base per scrivere creative non-fiction.

Rilasciare una dichiarazione che chiarisca le libertà creative che ci si è presi, quanto meno per evitare che vi venga rivolta la stessa domanda che è stata fatta al nostro scrittore: “Saviano, could you please show me where in your book it is written that it belongs to the genre of the nonfiction novel?”

Fare un controllo accurato dei fatti, o se si scrive di altre persone chiedere il loro consenso prima di pubblicare. In caso contrario, assicuratevi di aver pesato le ripercussioni.

Evitare di omettere informazioni importanti o scegliere quali dettagli includere per rendere il racconto più interessante.

Quest’ultima regola in realtà è stata spesso sovvertita dal grande David Foster Wallace in reportage come “Invadenti evasioni” o “Tennis trigonometria e tornado”, però come spiega D.T. Max in “Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi”, solo ciò che non riusciva ad essere smentito dagli addetti al fact-cheking veniva pubblicato, in nome della resa narrativa.

Wallace era consapevole delle proprie infrazioni e più di una volta lasciò intendere ai giornalisti che lui non sentiva di dover seguire le loro stesse regole. “Se si assume uno scrittore per scrivere non-fiction, bisogna anche aspettarsi che qua e là ci sia qualche abbellimento”.

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