Enhanced books: “la sperimentazione paga” parola di Pecore Nere

Eh… ma loro sono l’eccezione, sono appunto le pecore nere dell’editoria digitale in Italia. Pensate che amano definirsi artigiani della tastiera e del mouse, lavoranti in una bottega diffusa che non ha una sede.

“Pensiamo che l’ufficio non serva più, è passato di moda, come le lettere di carta, il rullino fotografico, il compact disc o l’hard-book. Lavoriamo da casa perché a casa si lavora di più e meglio”.

Infatti, questi artigiani moderni che compongono il team della Pecorenerecords, oltre ad occuparsi di ebook, Web e multimedia, stanno lavorando al lancio di ePubMATIC: “una piattaforma di servizi editoriali in quattro lingue, con cui editori e self-publisher potranno creare e gestire in semplicità le proprie pubblicazioni digitali senza bisogno di alcuna capacità tecnica, in maniera rapida e senza spendere troppo”.

Anche questo prodotto otterrà il successo degli altri sperimentati da Pecorenerecords? Staremo a vedere… intanto godetevi l’intervista con Sergio Covelli.

Cosa sono effettivamente gli enhanced books?
covelli - Guide Self Publishing e scrittura online | Storia Continua

Be’, la parola enhanced secondo me non è proprio la più indovinata, letteralmente vuol dire ‘accresciuto’, ‘migliorato’, ‘intensificato’, ‘aumentato’, e già la traduzione spiega tutto, ma ha veramente senso parlare di libro migliorato? O di esperienza intensificata? Forse per gli americani che hanno coniato il termine sì, ma per noi non credo.

Un libro ha un valore molto soggettivo, anzi totalmente soggettivo, quindi aumentare la tipologia di contenuti del libro con l’inserimento di audio, video o interattività potrebbe sì significare un accrescimento delle possibilità di fruizione degli stessi, ma tutto ciò potrebbe anche non bastare ad intensificare l’esperienza di lettura (se non addirittura a ridurla)…

Quello che personalmente apprezzo dei libri di solo testo è la totale assenza di ‘enhancement’, la bellezza spesso sta nel togliere, non nell’aggiungere. Hai presente quando leggendo basta la sola fantasia per produrre visioni in quel cinema senza proiettore che non è altro che il nostro cervello? Si accresce l’esperienza di lettura inconsapevolmente ed è come vedere dei videoclip senza per forza dover usare i bulbi oculari, no?

In definitiva per questo tipo di ebook avrei creato più una parola a metà tra ‘interactive’ e ‘multimedia’, che so, tipo ‘intermedia book’ o meglio ancora ‘mediactive book’: avrebbe reso meglio l’idea.

Che caratteristiche dovrebbe avere un romanzo per diventare un enhanced book?

Come si sarà intuito dalla risposta precedente non adoro la narrativa in versione enhanced così come non adoro i film tratti dai romanzi, ci resto sempre male, il romanzo è romanzo e tale secondo me dovrebbe restare. Alla narrativa preferisco la saggistica, la manualistica e la scolastica o anche, perché no, i magazine. Se andiamo su queste tipologie editoriali gli enhanced book danno il meglio di sé.

Poiché un enhanced book deve, per definizione, essere arricchito di materiale esclusivo, deve cioè regalare al lettore ‘nuove ed indimenticabili emozioni’, il fruitore dell’opera deve poter inserire segnalibri, prendere appunti, lasciare note, condividere parti del testo o appunti personali tramite social network, poter guardare immagini associate agli argomenti trattati, navigare su mappe tematiche inerenti alle location del libro, se ha voglia deve poter ascoltare il testo come se fosse un audio-libro, deve poter guardare dei video (magari in 3D…), udire ciò che è solo stilato su uno spartito, giocare con un videogame, testare la propria abilità o la propria preparazione con dei test, etc, etc…

Limiti fortunatamente non ne esistono se non quelli del peso dei bit, ma con un limite massimo di 250 Mb si riescono a fare dei discreti prodotti funzionanti molto bene anche su device offline.

I lettori, secondo voi, sentono il bisogno di questo genere di prodotto?

Certo che sì, il lettore prima di tutto è una persona ed è insita nell’essere umano la curiosità, la voglia di sperimentare, la voglia di imparare e perché no il desiderio di stupire amici e parenti mostrando questa o quell’altra diavoleria digitale (si sa, in questo noi siamo imbattibili…).
E poi basta vedere i dati di vendita che iniziano a crescere ogni giorno di più.

Alcuni dei nostri clienti ai quali creavamo normalissimi ebook hanno accettato i nostri consigli giusto per tastare il terreno e, dopo una partenza un po’ scettica, adesso hanno cambiato idea. Risultato? Per Mursia Editore stiamo realizzando in versione read aloud tutta la collana Becco Giallo, audio-favole che piacciono molto ai bambini e con la quale possono imparare anche l’inglese; per Rugginenti, leader nel settore dell’editoria musicale, stiamo realizzando corsi di musica multimediali e veri e propri movie-ebook come il notevole ‘Tre uomini’; per Monitor Immobiliare stiamo facendo le versioni in formato iBooks Multi-touch della loro rivista, prima nel suo genere (500 download in due settimane), etc… E attenzione, stiamo parlando di ebook, non di App (perdonatemi la constatazione, ma sono più costose e complicate).

Oggi è relativamente facile auto produrre un ebook, ma per chi volesse avere il proprio ebook arricchito quali sono i vostri suggerimenti? Basta un software come Ibooks Author?

iBooks Author, parafrasando una famosa frase («That’s one small step for man, one giant leap for mankind», Neil Armstrong), per gli autori è solo un piccolo passo avanti, mentre senza dubbio è un grande balzo per la conquista del settore ‘enhanced’ da parte di Apple (se ce ne fosse stato bisogno visto che è già leader per fixed layout e read aloud)…

Di fatto quello che manca non è il software, non sono gli strumenti, bensì l’attitudine ad essere ‘enhanced’ da parte degli editori e da parte degli autori. In fondo già ai tempi del Commodore 64 Tommaso Mazzoni (il primo self-publisher di ebook in Italia…) vendeva i suoi libri su floppy disk da 8 pollici, e allora non erano forse già ‘arricchiti’ quei libri rispetto a quelli di carta dell’epoca? Ma finché ci saranno pochi coraggiosi pionieri va da sé che creare una ‘enhanced culture’ dell’editoria digitale non è cosa semplice, men che meno dell’editoria in generale.

Il mio invito è quello a sperimentare, creare, non accontentarsi del già visto e del già fatto, perché l’innovazione e la ricerca, alla lunga, in termini economici pagano sempre e poi, tra l’altro, a inventare ci si diverte sempre.

Per i non addetti ai lavori, sono stato abbastanza chiaro? 🙂

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