Promuovere un libro su Facebook [Case Study]

Vi riporto il caso di Gregory Levey, autore del libro Shut Up, I’m Talking, edito da Simon & Schuster.

Levely è uno dei tanti scrittori cui è stato consigliato dalla casa editrice di promuovere la sua opera online. Tante volte abbiamo sentito decantare tutti i pregi e le possibilità offerte dai social media agli autori esordienti, ma questo caso in particolare sembra essere l’eccezione che conferma la regola.

Il nostro eroe apre una pagina su Facebook e in pochi giorni i suoi fan passano da 700 a 4000. Nell’arco dei due anni successivi i numeri crescono ad un ritmo vertiginoso, assestandosi sulla soglia dei 700.000.

Avevo superato celebrità come Brad Pitt e Spike Lee, o di paesi come la Spagna. Col passare del tempo, la pagina fan del mio libro aveva superato quella di autori famosi come J.K. Rowling e Dan Brown. Ben presto superò anche i fan di New York City.

Solo quando ho notato alcuni messaggi di questi fan postati sul “Wall” della mia pagina ho capito quello che stava succedento [..] la stragrande maggioranza di questi fan è inconsapevole che sia un libro. Sono diventati semplicemente fan della frase “Shut Up, I’m Talking!”

Ho scoperto che sono quel genere di persone che diventano fan di pagine tipo “Cose da picchiare” o “Odio quando trovo le impronte digitali su tutto il mio telefono”. E ogni volta che uno di questi diventa fan della mia pagina, la sua cerchia di amici lo segue ciecamente, causando un effetto virale spaventoso.

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Ma Levely deve purtoppo fare i conti con un’amara constatazione: la maggior parte dei 700.000 iscritti alla pagina dedicata al suo libro, non ha mai letto “Shut Up, I’m Talking!”

Se i miei fan online non riescono nemmeno a capire che sono fan di un libro, non sono molto ottimista sul fatto che leggeranno il libro in questione – o qualsiasi altro libro su quel tema”

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Prosegue:

In questo momento storico, gli autori di libri sono certi che la strada del successo è online.

Ma mentre su YouTube il video di un uomo che inciampa su un cane e finisce con la testa dentro una toilette può diventare popolarissimo, una campagna pubblicitaria online ben orchestrata e ben finanziata, per un politico o per un film di Hollywood, può non avere successo – facendo sembrare impossibile prevedere cosa “tira” nel selvaggio cyberspazio.

Eppure sembra che editori ed autori non abbiano altra scelta che tenere duro, cercando in qualche modo di capire come sfruttare adeguatamente Internet. Visto come sta andando l’editoria, credo che gli autori dovrebbero cercare di ottenere attenzione in tutti modi possibili, anche se questi sono completamente sbagliati..

Quel è la vostra esperienza con i social network? Aspetto i vostri commenti.

Pensi che possa essere utile a un amico? Condividi!

4 risposte

  1. La promozione del libro tramite i social network è un’attività molto delicata, che potrebbe anche essere dannosa per l’autore. Ho osservato decine di autori che negli ultimi mesi postano continuamente la pubblicità del proprio libro in maniera inopportuna e deleteria per gli scopi promozionali che si sono illusoriamente prefissi. E’ indispensabile che il titolo del post ad esempio sia ‘intrigante’. Riporto un articolo che tratta l’importanza del titolo di un post nella promozione del proprio libro.

    http://www.apologiadelpianob.it/index.php/2010/10/02/5-quanto-soldi-metodo-properzi-perdi-con-titoli-di-libri-post-e-messaggi-sui-social-network-sbagliati

    Ci sono poi moltissimi altri aspetti che devono essere presi in considerazione. Ci vuole un piano strategico e un metodo per la promozione che sono studiati ad hoc. Ovviamente creare numeri enormi su facebook ha solo una valenza fittizia: l’obiettivo da raggiungere è creare numeri sulle copie vendute.

  2. Però è anche vero che a volte una stupidaggine sul web riesce a scatenare l’effetto virale che spesso si spera di avere con un lavoro ben pensato, ma poi non si ottiene.

  3. Esperienza molto interessante e significativa. Il fatto è che alla base dell’utilizzo dei social media dovrebbe esserci innanzitutto la voglia di creare relazioni e conversare con altre persone. Chi lo fa con altre intenzioni, alla fine può anche ritrovarsi in situazioni simili, no? 🙂

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