Serve ancora un blog negli anni ’20? Tutte le alternative possibili per scrittori online

Non era raro un tempo imbattersi in romanzi pubblicati a puntate su dei blog. Trattandosi di diari online, gli scrittori non ci hanno messo molto a trasformarli da blocco di appunti personali a raccolte di nuove storie. Qui su Storia Continua c’è ancora un’intera categoria dedicata al filone Blog di un Libro. E anche gli editori hanno cominciato a capire che il traffico di accessi al web poteva convertirsi in vendite in libreria, così i blog sono diventati libri veri e propri o in alcuni casi i libri e i loro personaggi hanno iniziato prendere vita nel virtuale. Poi il fenomeno è andato scemando, comunque si è trasformato, di pari passo alla natura stessa di Internet e dei suoi utenti.

Oggi se voglio conoscere qualcuno vado sul suo profilo social, se ho bisogno di una informazione chiedo a Google, a Siri, ad Alexa… Delle avventure dello scrittore o dell’aspirante di turno non frega più a nessuno. Non per reale disinteresse, ma perché l’offerta di contenuti è cresciuta a dismisura mentre lo spazio per la lettura si è ridotto allo schermo di uno smartphone. Dunque siamo diventati più selettivi, aiutati, va detto, anche dagli algoritmi di ricerca che hanno affinato i loro criteri di risposta.

L’evoluzione dei motori di ricerca

Prima del 2010 potevi pure aprire un blog come “La scrittrice della porta accanto” e qualcuno su Google ti trovava digitando scrittrice o porta. Ma ormai il motore di ricerca è in grado di distinguere l’intenzione dietro una ricerca, grazie agli sviluppi nell’ambito della semantica e dell’apprendimento automatico.

Aggiornamenti algoritmo di ricerca Google

Per arrivare in cima ai risultati di ricerca sono necessarie Competenza (Expertise), Autorevolezza (Authoritativeness) e Affidabilità (Trustworthiness); se non vi siete ancora informati sull’algoritmo EAT di Google, è il momento di farlo. In pratica, serve un blog solo se strutturato per rispondere alle domande e alle esigenze dei lettori in uno specifico campo legato alle tematiche del libro, e pure così ne devi mangiare…

Internet Live Stats mostra che attualmente ci sono 1,9 miliardi di pagine web, 516 milioni delle quali sono blog ospitati da Tumblr e 60 milioni provengono da WordPress. Si tratta di blog attivi che generano oltre due milioni di post ogni giorno e attirano, sempre secondo questi numeri, il 70-80% delle ricerche effettuate ogni mese su Google.

Dunque c’è ancora un forte interesse per i blog, ma per emergere bisogna lavorare assiduamente, secondo i criteri richiesti per una buona indicizzazione, bisogna studiare le statistiche e interpretare gli interessi del pubblico di riferimento oltre al lavoro della concorrenza.

Il rischio per uno scrittore è di finire a promuovere il blog invece della propria scrittura. Per assurdo è quasi più semplice indicizzare direttamente il proprio libro sui motori di ricerca, attraverso una buona gestione dei metadati. Poi, se qualcuno troverà il libro, troverà anche te (perché avete inserito i vostri contatti nelle pagine del libro, giusto?).

Resta il fatto che è la scrittura il biglietto da visita per vendere libri, senza contare che dal mettere online la propria scrittura si ottengono ancora gli stessi benefici, prima impensabili per uno sconosciuto.

I benefici di aprire un blog autore

Riprendo da alcuni post datati 2013:

  • Testare l’attrattiva commerciale di un libro prima che venga pubblicato.
  • Stabilire un programma di pubblicazione su base regolare e costruire nel tempo un pubblico di lettori.
  • Affinare le proprie idee man mano che si ricevono i feedback dei lettori.

E’ possibile ottenere gli stessi vantaggi scrivendo, anche assiduamente, su un social network?
Forse, prima della virata dei social verso contenuti più visuali. Foto, meme, gif, video ottengono certamente più visibilità della parola scritta, ad eccezione di Twitter per fortuna, che continua a resistere al selfiesmo (si potrà dire?) sfrenato.

E sulle piattaforma di scrittura seriale?
Certamente sì, pubblicare un episodio a settimana può essere un modo eccellente per costruire la propria base di lettori, migliorare la scrittura e impegnarsi a portare a termine il proprio libro. Quello che scarseggia magari è lo spazio per conversare direttamente con i lettori, condividere con loro i retroscena dello sviluppo di una storia, gli argomenti ad essa correlati e le esperienze che si possono vivere lungo il percorso. E questo solo un sito pensato per essere un diario permette di farlo.

Alternative possibili al blog

Un’alternativa possibile è quella di iniziare a scrivere lì dove i lettori sono già presenti, disponibili a discutere di libri e a fare quello che di solito fanno i lettori, comprarli i libri. Credo che, ad esempio, ilMioLibro stia facendo un ottimo lavoro in questo senso, con le sue pagine autore, gli indici di popolarità che spingono a creare nuove connessioni tra gli utenti attraverso lo scambio di recensioni e commenti. Su ilMioLibro, oltre a essere scrittori si può essere lettori (che non guasta mai), opinionisti e talent scout.

Se invece vi alletta di più l’idea di avere un diario personale associato alla vostra pagina autore non potete prescindere dal partecipare all’Author Program di Goodreads.

Goodreads Ask the Author

Il social dedicato alla lettura viene spesso trascurato dagli autori come strumento di promozione quando, invece, offre numerose opportunità, prima fra tutte quella di essere visibile sui motori di ricerca con lo Snippet Recensioni: la valutazione in stellette a cui Google da molta rilevanza. Si possono inoltre pubblicare post, recensioni, Q&A con un altissimo potenziale di lettori; dipende quanto sarete bravi a creare la vostra community ma, ad esempio, già solo il gruppo Goodreads Italia conta 16mila iscritti. A ogni contenuto è possibile associare un libro che avete in lista, il vostro o quello di un altro autore a cui siete connessi. La logica rimane quella di riuscire a creare valore per la propria nicchia di lettori.

Come sostiene Tim Grahl di Book Launch, avere una piattaforma autore è molto più di quello che si pensa. Non significa soltanto avere un sito associato a una Mailinglist, ma avere persone dalla tua parte quando sta succedendo qualcosa di importante.

Hai un’idea per una nuova serie sul tuo blog? Che ne dici di alcuni design di copertine di libri su cui vuoi un feedback? Forse stai cercando di ottenere alcuni primi lettori di una bozza di una nuova novella.
Se si dispone di una piattaforma autore, hai sempre accesso diretto a un gruppo di persone che hanno familiarità con il tuo lavoro e saranno felici di aiutarti (…)

Se hai dato loro abbastanza, aggiungerei. Siete d’accordo? E voi quali strumenti e strategie avete utilizzato per costruire la vostra piattaforma autore? Considerate il blog ancora uno strumento valido?

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