Scrivere narrativa interattiva: la formalizzazione dello spazio nel testo

Quando scrivete un racconto che espediente utilizzate per rendere sulla pagina i movimenti di un personaggio? Descrivete il suo passo mentre si sposta da un luogo all’altro, o la progressione dei dettagli che lo circondano?

In una storia tradizionale non c’è forse altro modo, che spiegare a parole il movimento: “Si spostò dal cortile del palazzo al giardino”. Ma in un racconto interattivo, fatto di link e percorsi ramificati, l’atto stesso di saltare da un nodo all’altro della trama diventa metonimia del movimento.

Utilizzando strumenti come Twine, si consente ai lettori non soltanto di scegliere il percorso da compiere, ma anche di muoversi liberamente, avanti e indietro, nello spazio in cui la storia di svolge, rendendo l’esperienza, a metà tra il gioco e la letteratura, quantomai coinvolgente e immersiva.

Porpentine Twine Fiction

In un certo senso, le Twine Story, hanno trovato una sintesi tra le prime avventure testuali, alla “Zork” (1980), fatte di labirinti sotterranei e passaggi bui, e il frammentismo post-moderno di lavori come “Patchwork Girl” (1995).

Nella grazia strutturale dei collegamenti ipertestuali, in combinazione con il radicamento di un personaggio all’interno di un ambiente dettagliato, emerge tutto il senso di profondità fisica della narrativa interattiva. E l’effetto è ancora più potente in racconti come With Those We Love Alive (2014), in cui viene chiesto ai lettori di compiere specifiche azioni, come disegnare dei simboli sul proprio corpo o trattenere il respiro; la narrazione sembra volerti raggiungere persino nel mondo fisico.

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Generalizzando, si potrebbe concludere che mentre i romanzi tradizionali riguardano lo scorrere del tempo, opere di narrativa interattiva, come quella di Porpentine, riproducono il movimento attraverso lo spazio.
E’ in questo senso che si può parlare di nuovo genere di letteratura: la fiction interattiva, nelle mani di certi scrittori e designer, ha aperto nuove prospettive nella formalizzazione dello spazio nel testo.

Via Killerscrren.com “Twinescapes, or the rise of spatial hypertext”, di Reed Underwood

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