Software per promuovere un libro: Bam Mobile testa “Author Bot”
La diffusione sempre più ampia dei chatbot, i programmi in grado di tenere conversazioni con gli esseri umani, sarà una delle tendenze del digitale per
“La vita in famiglia è bellissima”, l’ebook che non puoi smettere di condividere su Facebook
Chi li segue lo sa, i Venerandi‘s’ sono noti sui social, non soltanto per il lavoro che svolgono con Quintadicopertina, ma anche il modo particolare
Come promuovere un libro con gli annunci di Facebook
Alcuni giorni fa Forbes titolava “Amazon Pays $450,000 A Year To This Self-Published Writer”. Lo scrittore in questione è Mark Dawson e tra le tecniche
Micro-racconti per Narranti Erranti
Se anche per voi creare delle storie significa riuscire a trovare un collegamento tra elementi apparentemente inconciliabili, se siete convinti che esista sempre un cammino
Ragionamento intorno alle potenzialità del self-publishing, con Giuseppe Schillaci
Regista, autore cinematografico, nonché produttore di film documentari, il palermitano Giuseppe Schillaci, esordisce come scrittore solo nel 2010 con il romanzo “L’anno delle ceneri”. “Una
“L’Isola di Ciabà” una favola Social
Dopo BookFace, nasce sul social network più famoso della Rete, un altro libro collettivo. A differenza del primo esperimento, in cui veniva chiesto agli utenti
Bookface, la carica dei mille autori
Continua in rete il grande successo del primo romanzo scritto a più mani dagli utenti di Facebook. Il progetto nato circa 4 mesi fa, ad
Un laboratorio per romantici digitali
Come già accennato, ho conosciuto Roberto Secci là dove ha dato il via al suo esperimento di scrittura collettiva, su Facebook. Il progetto Bookface, mi
BookFace, secondo noi
Ieri, grazie alla chat di Facebook (utile per quanto scomoda) ho preso contatti con Roberto Secci, ideatore di BookFace “primo romanzo a più mani scritto
Il libro delle facce, romanzo collettivo su Facebook
Si chiama BookFace e cito testualmente: “vuole essere il primo libro scritto, a tante mani, dagli utenti di facebook”. In realtà non è il primo