Self-publishing: le tendenze del 2017 (e un sondaggio per autori)

Quest’anno ricorre il decimo anniversario dell’arrivo di Kindle sul mercato, è d’obbligo perciò riepilogare quanto accaduto fin qui nell’ambito dell’editoria digitale e, perché no, cercare di intercettare le tendenze future.
Ammettiamo ormai che non c’è stata la gran rivoluzione che ci si aspettava, ma è pur vero che in un solo decennio le vendite di ebook sono salite da zero al 25% de totale, e che grazie al digitale gli scrittori si sono finalmente potuti svincolare dell’obbligo di distribuire le proprie opere solo attraverso le case editrici tradizionali.

Purtroppo, di pari passo, si fa sempre più concreto il rischio che alla morsa degli editori si stia sostituendo la presa di Amazon. Secondo l’analisi di Mark Coker, fondatore della piattaforma di self-publishing Smashwords (anche questa giunta al 10° anno di attività), il modello di business del colosso arrivato a controllare circa il 70% del mercato globale degli ebook, è interamente basato sull’offrire ai propri clienti la più grande selezione possibile di libri al prezzo più basso possibile, svalutando in pratica il lavoro degli scrittori, che se vogliono rimanere in gioco sono costretti ad accettare costantemente prezzi più bassi e minori margini di guadagno.

L’effetto è ancor più devastante dal lancio del servizio in abbonamento, Kindle Unlimited, una vera metastasi secondo Coker, poiché ha diffuso nei consumatori la percezione che anche un prezzo di 0,99 centesimi sia eccessivo per acquistare un prodotto come l’ebook.

Ebook come commodity

In questo mercato, in cui l’offerta supera la domanda, il prezzo non è più il fattore d’innesco all’azione. Se guardiamo al motivo per cui i lettori leggono libri – prosegue Coker – è perché aspirano a ricevere conoscenza, intrattenimento, evasione, o tutte quante queste cose insieme. Il piacere è il bene e oggi i media in gara per soddisfare la stessa aspirazione di piacere non si contano neanche più, da Facebook alla stampa, ai blog, la televisione, YouTube, Snapchat, videogiochi, serie tv, film, teatro, musei accessibili in VR… Tutte forme di intrattenimento altrettanto valide a soddisfare il piacere e tutte facilmente accessibili. Qual è il punto allora?

Secondo il consulente editoriale Joel Friedlander, gli autori indipendenti di successo saranno quelli che riusciranno a pensare al di fuori dei formati più comuni. “Il mondo della pubblicazione di libri è molto più grande dell’ebook e del Print on demand”, sostiene.

E infatti, cavalcando l’effetto Netflix, molti stanno iniziando ad offrire romanzi serializzati, su siti come Wattpad, nell’intento di costruirsi un proprio seguito e magari invogliare poi i lettori a comprare la versione completa del libro. Ma se c’è un settore che sta crescendo costantemente, a tutto beneficio della lettura, e su cui puntare quindi per sperare di espandere la propria audience, è quello dell’audiolibro.

Audiolibri

La scorsa estate, Audible, il marketplace di audiolibri più grande al mondo, nemmeno a dirlo, di proprietà di Amazon, ha aperto la sua versione italiana, e gli effetti sono stati fin da subito visibili. Gli ultimi studi dell’AIE ci dicono che gli audiolilibri, insieme agli ebook, valgono 62 milioni di euro, ovvero il 5,1% delle vendite (+21% sul 2015).

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Forse questi numeri non bastano per compensare l’andamento negativo generale del mercato, ma indicano (1) che le persone hanno ancora voglia di leggere e (2) sono pronte a variare la propria “dieta letteraria”.

Lettura su Browser

Sono diverse le statistiche che mostrano come le preferenze dei lettori tendano soprattutto verso il digitale quando si tratta di acquistare libri di narrativa, in particolare narrativa di genere. Inoltre, è in crescita la percentuale di consumatori che agli eReader stanno sostituendo la lettura tramite smartphone (il 64,8% di coloro che leggono ebook) e tablet (28,3%).

Insomma, a quanto pare, c’è una gran voglia di libri più dinamici, che non siano una mera trasposizione del testo dalla carta allo schermo. E c’è da scommettere che su questo fronte assisteremo a diverse novità, dopo la fusione tra IDPF e WC3, gli organi che si occupano rispettivamente di sviluppare lo standard ePub e le tecnologie Web.

“La motivazione principale di combinare IDPF con W3C”, ha spiegato Bill McCoy, “è quella di garantire che in futuro l’EPUB sarà meglio integrato nel e con l’open web (su cui si basa fondamentalmente EPUB)”.

Che il futuro va in questa direzione lo lasciano intuire anche le ultime mosse di Microsoft, che ha integrato la lettura di ePub nell’ultimo aggiornamento del Windows Edge. Questo significa che nella nuova versione del browser si potranno archiviare gli ebook, leggerli cambiando le dimensioni del testo, creare segnalibri, attivare la lettura a voce alta e magari chiedere a Cortana di fare ricerche in merito al tema del libro che si sta leggendo.

Calo dei Facebook Ads

Creare un nuovo genere di libri non significherà certo sbaragliare la concorrenza, anzi, la lotta per la visibilità sarà sempre più serrata. Ma quali saranno gli strumenti di marketing librario più efficaci, secondo le tendenze del 2017?
Sicuramente sono ormai superati i servizi di recensione a pagamento, così come quelli per la distribuzione di comunicati stampa. Ma questo forse già lo sapevate. La novità è che presto, pare, raggiungeranno il dimenticatoio anche i Facebook Ads.

Gli annunci di Facebook hanno continuato a guadagnare popolarità tra le imprese, grandi e piccole, nel 2016. Ma una maggiore richiesta di annunci ha portato anche a un aumento dei costi sulla piattaforma e un calo della loro efficacia, specie dal punto di vista del ritorno dell’investimento, che tradotto significa: chi clicca sugli annunci poi non compra il libro.
Per quello bisogna fidelizzare il lettore, connettersi direttamente con lui, ottenendo il suo consenso per inviargli contenuti, notizie e promozioni. E’ l’email marketing che sta davvero diventando fondamentale per gli autori che vogliono promuoversi da soli.

the power of email marketing infographic - Guide Self Publishing e scrittura online | Storia Continua

Caccia agli autopubblicati

L’autopubblicazione è un grande business, e ovunque ci sia un grande business si scatena la caccia all’oro. Visto l’andamento del mercato del libro in Italia, l’oro per gli editori sono gli autori che da soli riescono a conquistare l’attenzione del pubblico. Attenzione, ci piacciono gli editori che sanno riconoscere un talento, molto meno quelli che fanno confusione tra le due modalità di pubblicazione.
Dopo Libro/Mania e Passione Scrittore, l’ex Ad di Mondadori Cavallero (che il pallino del self-publishing ce l’ha sempre avuto, chi si ricorda infatti di Scrivo.me?) torna alla carica con la sua nuova casa editrice. La SEM, Società Editrice Milanese, lancerà una sorta di contest mensile per scrittori: “I 5 libri più votati ogni mese dai lettori saranno visionati dai nostri editor, che ogni 30 giorni ne sceglieranno uno. Il libro scelto non sarà automaticamente pubblicato, ma l’autore potrà lavorare al testo con l’aiuto della casa editrice. In questo modo pubblicheremo un libro al mese, in libreria, ma sfruttando il print on demand. I lettori potranno anche prenotare il libro e riceverlo a casa”.

Cos’è questo, self-publishing o timore di investire sugli aspiranti scrittori? E che tipo di contratto sarà loro proposto? E se viene imposto un contratto, è ancora self-publishing?

Come al solito ci sono sempre più domande che risposte. D’altronde da un post dedicato alle tendenze future dell’editoria, che vi aspettavate?

E anzi, per chiudere, rilancio con ulteriori domande, quelle che SELFPQ16, in collaborazione con Extravergine d’autore e FUIS, stanno diffondendo per realizzare la più approfondita indagine sul self-publshing in Italia che sia mai stata fatta.
E capite da soli quanto sia importante partecipare per far sì che gli scrittori non cadano in certi tranelli.

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4 risposte

  1. Ottimo articolo, che mi ha spinto ad una riflessione. Ho da poco dato in pasto il mio ebook ad Amazon e Smashwords. Mark Coker può dire ciò che vuole, ma anche loro praticano una strategia che punta al ribasso. Durante la procedura di pubblicazione e nelle loro guide ufficiali ho trovato continui suggerimenti che riguardavano il prezzo di download, che io ho impostato comunque alto rispetto ai loro standard. Andare contro Amazon è facile, ma Coker fa business esattamente come Bezos e punta sulle stesse strategie: se i costi di download sono bassi, gli utenti compreranno con più frequenza. Ora, sono d’accordo che Amazon stia tirando parecchio la corda e abbia condizionato, non poco, il mercato degli ebook, ma anche Smashwords ci mette del suo. Comunque, al netto delle polemiche, sono entrambi due marketplace eccezionali. Per come la vedo io, ogni self-publisher dovrebbe utilizzare i loro servizi.
    Cavallero mi stava simpatico quando stava in Mondadori (ho scritto articoli per Scrivo.me, ed era un progetto davvero interessante), adesso con SEM mi pare voglia solo cavalcare commercialmente l’onda del self-publishing, offrendo un servizio che tutto mi sembra tranne SP. Vedremo come andrà a finire.

      1. Perché? Su amazon imposto il prezzo che voglio, esattamente come faccio su smashwords. Poi sta a me decidere se rimanere in linea col mercato o meno. Diciamo che Amazon forza maggiormente la mano a rispettare la tendenza al ribasso, però alla fine è sempre l’autore a decidere. Io credo che le colpe di queste “svalutazioni” siano da ricercare in più direzioni: store, autori e lettori. E comunque con Amazon sono motivato a tenere un prezzo più alto anche grazie al sistema di royalty: sotto una certa cifra stanno al 30% e sopra al 70%. Non riesco a vedere in Amazon il grande male, anzi credo che abbia dato una bella svegliata un po’ a tutti quanti, editori e librerie. Poi, oh, stà lì per fare profitto, non mi aspetto che giochi sempre pulito. Lui come gli altri.

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