Con i consigli di Civile.it
Quando si pubblica online > Premesso che gli editori ormai cercano blog famosi, frequentati, ricchi di utenti, di interventi, etc etc, che piacciono, l’idea e’ registrare subito i domini per togliere ad altri l’uso, e acquisire il cosiddetto preuso (verificando che altri non abbiano avuto idee simili, o non si violino marchi, per esempio).
Però un libro, che diventa un blog a puntate, potrebbe diventare utile perché consente di avere un mercato già pronto a recepire il prodotto. In poche parole, l’editore potrebbe persino avere una idea di quante persone sono disposte a comprare il testo su carta e/o digitale.
Per questo l’autore, oltre a depositare l’opera, potrà pubblicarla a puntate, ma raccogliere immediatamente attorno a se’ il potenziale mercato, per rendere più difficile all’editore che ruba l’idea di vendere.
Insomma, se si crea una comunità attorno al libro, prima che venga pubblicato, copiarlo diventa molto pericoloso: la reputazione dell’editore ne risentirebbe.
Quando si sceglie il self-publishing > E’ una tentazione che prende molti. Potrebbe convenire in taluni casi, in altri no. Però bisogna leggere i contratti. Distributori di libri stampati a richiesta o anche di ebook (indispensabili per gestire i rapporti con i mille clienti, fare le ricevute fiscali, promuovere l’opera, etc etc) chiedono a volta tutti i diritti patrimoniale di sfruttamento e distribuzione in esclusiva, anche per più di un anno.
Ogni libro, come ogni prodotto, ha una sua vita limitata. Dopo un anno esercitare i diritti potrebbe anche essere tardi. Quindi cautela.
Internet permette maggiore visibilità ma, bisogna riconoscerlo, anche per andare sull’ipad si passa tramite intermediari, che possono aiutarci a vendere meglio. Allora bisogna capire cosa si vuole fare.
Il consiglio importante è però quello di raccogliere subito i potenziali acquirenti attorno ad una newsletter, in modo da poterli informare quando il libro / ebook è disponibile. Questo è il minimo, e comunque va fatto bene.