Libri con l’X Factor: cosa scatena il passaparola fra i lettori

La società di analisi Jellybooks, in vista della prossima Digital Book World Conference, che si terrà il 7 marzo a New York, sta provando ad individuare qual è il “Fattore X” in un libro; il cosiddetto Net Promoter Score, ovvero, quell’elemento che fa scattare nei lettori la voglia di raccomandarne la lettura ad amici, parenti, conoscenti, ecc…

“L’NPS è ampiamente utilizzato nel mondo degli affari come una metrica chiave per aumentare i ricavi, nell’editoria lo chiamiamo “passaparola”, ed è uno dei fattori chiave per vendere un libro”.

Il fattore di raccomandazione è legato alle abitudini di lettura dei consumatori – velocità, tasso di completamento – ovviamente, se si legge un romanzo tutto d’un fiato è più probabile che alla fine si voglia raccomandarlo. Anche se, osservando i lettori nel loro habitat naturale, a casa, in spiaggia, o durante gli spostamenti, così come hanno potuto fare quelli di Jellybooks, non è detto che un buon libro scateni sempre il passaparola.

La maggior parte dei libri non riescono a catturare l’attenzione del lettore per più di 50-100 pagine. Come mostra il grafico, più si prosegue nella lettura e più scende il tasso di coinvolgimento.

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“I lettori perdono interesse e smettono di leggere. Qual è la lezione? Nel mondo delle infinite distrazioni, è necessario catturare l’attenzione del lettore entro le prime pagine”.

Come evitare l’abbandono dei lettori

I fatti sembrano confermare quanto era già stato teorizzato negli scorsi anni, ossia, che il digitale non sta soltanto cambiando le abitudini di lettura dei consumatori, ma sempre di più incide sulle modalità con cui un libro viene scritto.

Poter accedere ai dati che analizzano il gusto dei lettori, addirittura il loro grado di interesse per un’opera mentre sono in procinto di sfogliarla, mette gli scrittori faccia a faccia con le proprie mancanze. Niente più autocommiserazione da geni incompresi, quindi.

Come si dice? La matematica non è un opinione e i dati parlano chiaro.

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Secondo uno studio svolto dal social network dedicato alla lettura, Goodreads, tra i motivi ricorrenti per cui un libro viene abbandonato risultano:

– la lentezza del racconto (46,4%);
– una scrittura debole (18,8%)
– una trama inesistente (8,5%)

Tutto quello che si può fare, in quanto scrittori, è provare a prendere atto dei numeri e cercare sempre di migliorarsi.

Ad esempio, anche quando la trama, invece, c’è ed è abbastanza forte da invogliare i lettori a proseguire la lettura, non è detto che questa sia strutturata nel modo giusto (giusto per l’era digitale).

Spieghiamo.

Se i dati riportano che più del 27% degli utenti abbandona un libro una volta giunti tra le 50 e le 100 pagine, e addirittura un 15% ne legge ancora meno di 50 per capire se è di suo gradimento, allora, è chiaro che se qualcosa deve accadere all’interno del racconto, è bene che accada lì entro le prime 50 o 100 pagine.

5 Incipit fin troppo comuni e da evitare

Lo stesso accade anche sugli ebookstore, dove gli utenti possono accedere alle anteprime dei libri (circa un 10%) gratuitamente; se non è lì che lasciate intuire al lettore che qualcosa di interessante avviene, difficilmente lo convincerete ad acquistare l’intero romanzo. Il che ci porta all’ultimo dei quesiti dell’indagine di Goodreads: cosa fa continuare i lettori a voltare pagina?

Il 25,2% risponde: voler sapere che succede, come va a finire la storia.

Stimolare continuamente questo interesse dovrebbe essere l’unico imperativo per uno scrittore.
Chiaramente, sui tassi di completamento influiscono diversi altri fattori, come il genere, l’argomento trattato, lo stile di scrittura. Ad esempio, le donne amano il romanticismo e pare continuino a leggere anche se sanno già che il libro non è di loro gradimento, mentre gli uomini non si concedono più di 20-50 pagine per decidere. Hanno bisogno di arrivare al punto in fretta, sentire la suspense, oppure, spariranno.

Sembra piuttosto ovvio, ma dove entrano in gioco gli strumenti di analisi è proprio nell’individuare l’eccezione alla regola. Esistono, infatti, casi in cui un libro con tassi di completamento modesti, abbia raggiunto un alto livello di raccomandazioni. Questo succede quando un autore riesce a fare appello ai bisogni e desideri di una precisa nicchia di lettori.

Quello che serve è un approccio totalmente diverso all’impostazione stessa del libro.
Alcuni mesi fa, Davide Rampoldi di Temposuper diffuse una infografica dal titolo “Marketing-in-the-book” in cui viene mostrato, appunto, quali sono gli elementi che vanno curati per rendere un libro più coinvolgente. In particolare, Indice / Premessa / Appendice, dovrebbero essere utilizzati come strumenti di dialogo con i lettori: perché dovrebbero acquistare proprio il vostro libro? Cosa dovranno fare se e quando finiranno di leggerlo? Vi possono contattare? Possono darvi dei suggerimenti sulla storia? Dove possono trovare altri vostri libri?

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In conclusione, è il coinvolgimento emotivo il quid che tiene il lettore agganciato alla storia e a quel punto non ci sono interruzioni e distrazioni della vita moderna che tengano.

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